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È stato pubblicato l’Innovation Union Scoreboard 2015, che fa il punto sullo stato dell’innovazione dell’Unione Europea. Il Rapporto mostra che nell’ultimo anno il livello complessivo di innovazione in Europa è rimasto stabile. L’impatto della crisi economica, tuttavia, ha prodotto effetti visibili su diversi Paesi europei, che hanno subito un declino rispetto all’anno precedente. Nel complesso, emerge che la crisi ha prodotto effetti negativi, intaccando l’attività innovativa del settore privato, con un calo d’imprese innovative e negli investimenti in capitali di rischio, nell’innovazione delle PMI (Piccole e Medie Imprese), nelle domande di brevetto, nelle esportazioni di prodotti ad alta tecnologia e nelle vendite di prodotti innovativi.
I miglioramenti ottenuti nel campo delle risorse umane, degli investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo e della qualità delle innovazioni scientifiche non sono stati, d’altro canto, sufficienti ad assicurare risultati più brillanti in materia di innovazione. Nel confronto mondiale, l’Unione Europea continua a essere superata dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Corea del Sud.
La Svezia si conferma leader nell’innovazione, seguita da Danimarca e Finlandia, mentre l’Italia resta a innovazione moderata: aumentata fino al 2013, ha subito però un piccolo declino nel 2014. In quasi tutte le dimensioni, l’innovazione italiana si attesta al di sotto della media europea, in particolare nel Supporto e finanza e negli Investimenti delle imprese, con risultati relativi meno brillanti negli investimenti in capitale di rischio e nei ricavi all’estero per licenze e brevetti.